Questa sera ho cercato un po’ di documentazione in rete per preparare un semplice articolo riguardo a questo polimero, molto diffuso nel mondo della stampa 3D.
Partiamo…
Il PETG è un filamento molto utilizzato per la sua buona resistenza e relativa flessibilità e resistenza alla temperatura, rispetto al più comune PLA.
Il PETG è noto per essere il giusto compromesso tra PLA e ABS.
Resistente quasi come l’ABS ma più flessibile, con un processo di stampa molto simile al PLA (non serve camera chiusa), adatto per il contatto con cibi e bevande.
Ma… non può sostituire né il PLA né l’ABS.
Come detto sopra, è un OTTIMO compromesso, perfetto per stampe funzionali che necessitano un po’ più di forza strutturale, che il PLA non è in grado di di dare. E per questo è diventato il secondo filamento più utilizzato dopo il PLA.
MA COS’È ESATTAMENTE IL PETG?
Per prima cosa il PETG ha tanto in comune con il PET delle bottiglie d’acqua di plastica… ma non sono la stessa cosa.
PETG: polietilene tereftalato modificato con glicole.
Cioè, durante la creazione della catena polimerica, sono aggiunte molecole di glicole che “addolciscono” i comportamenti del PET, semplificandone l’utilizzo (principalmente semplificando i processi di lavorazione) e migliorandone alcune caratteristiche.

Quindi…

Il PETG è una plastica simile al PET delle bottiglie con aggiunta di glicole durante la sua preparazione

E cos’è la o il glicole?

Il glicole propilenico è il componente dei moderni liquidi anti-gelo per motori. ma con bassa tossicità)
Il risultato di questa addizione chimica di glicole al PET è un materiale più chiaro e meno sensibile alla temperatura più facile da estrudere. Tuttavia, ha lo sfortunato effetto collaterale di modificare il processo di riciclaggio.
Il PET è ampiamente riciclato, il PETG non lo è (è riciclabile, ma non è ancora previsto il suo riciclaggio).

NON BUTTATE GLI AVANZI DI STAMPA CON IL PETG NEI SACCHI O BIDONI PER IL RICICLO DELLA PLASTICA –> è un contaminante nel processo di riciclaggio.

Tornando alle caratteristiche, il PETG è un’ottima scelta di filamento per la stampa di oggetti che devono essere robusti, lisci (nel senso di smooth), con un basso restringimento e sicuri per il contatto con cibi e bevande

guardate comunque sempre le certificazioni sulle bobine

Difetti…
Il PETG non è eccezionale nel bridging perché è super appiccicoso (lo odio infatti… ? ). Questo però garantisce un’ottima adesione tra i layer.
Soffre moltissimo lo stringing e, soprattutto, è terribilmente sensibile all’umidità.
Non è nemmeno tanto amante dei supporti, sempre perché è appiccicoso.
E non lo si può ventilare troppo perché, se raffreddato velocemente, crea un effetto gommoso, prima di diventare “solido” (problemi derivati dal papà PET). Ti fa la pallottolina intorno all’ugello o le palline sui layer.

stampare un PETG umido vi concia l’ugello come se lo aveste messo nella crema di pistacchio…

Interessante,
tra i filamenti il PETG è il più sicuro per la stampa di oggetti che hanno contatto con la pelle, come bracciali, cinturini, gioielli,….
ma se il PETG è così semplice da stampare e diffuso perché il suo papà PET non lo è?
Perché senza la molecola di glicole necessita di 260° per essere estruso, diventa molliccio già a temperature molto più basse di 260° compromettendo la qualità della pressione di estrusione, ha una coesione dei layer veramente pessima e soffre tantissimo il surriscaldamento durante la stampa (intasi l’hotend).
Infatti, è usato principalmente per stampa con presse o ad iniezione, con processi a volte ripetuti più volte.
Bla bla bla bla bla…
è un post, non un dottorato di ricerca, quindi mi fermo qui e se vi ho incuriosito potete guardare i link in fondo.
CONSIGLI 3D (giusto due paroline)
Sicuramente non è difficile fare una stampa con il PETG.
Ma fare una BELLA stampa secondo me richiede un po’ più di attenzione di quanto non se ne dica.
Consigli? Provate, se è la prima volta, stampando piano…
230/240 di hotend, piatto 70/80°, 30% di vetilazione con 70% (100%) solo in caso di overhang o bridge.
Se le stampe sono larghe un pò di lacca male non fa.

Mi piace questa frase che ho trovato, che dice come riconoscere dal primo layer se il profilo di stampa è buono:

“If the extruded material doesn’t feel a little greasy” … che significa se il materiale estruso non sembra un pò unto… E’ vero ?, lucido, grassottello…

Alla prossima

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